Bullismo, IdO: Violenza ha origine in clima competitivo
Bullismo, IdO: Violenza ha origine in clima competitivo
Di Renzo: Anticipare scolarizzazione non aiuta su maturita’ affettiva
Roma, 23 lug. – “C’e’ un clima competitivo che pervade il nostro collettivo fin dai primi anni di vita. Un clima entrato anche al nido, alla scuola dell’infanzia, in cui i bambini sono realmente pressati da prestazioni e aspettative. Non viene loro concesso il tempo adeguato di maturazione”. Lo dice Magda Di Renzo, psicoterapeuta dell’eta’ evolutiva e responsabile del servizio terapie dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), audita in commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza in merito all’indagine conoscitiva sulle forme di violenza fra i minori e ai danni di bambini e adolescenti.
“Ormai c’e’ un’abitudine a consolare il bambino attraverso strumenti tecnologici, come gli Ipad o gli smartphone, fin dai primi mesi di vita. Una forma grave che determina danni importanti nelle traiettorie evolutive- spiega la psicoterapeuta- come se non esistesse piu’ il tempo dell’attesa. Un tempo che aiuta il bambino a reggere la frustrazione di qualcosa che non va bene subito, ma che poi andra’ meglio”. I danni sono documentati anche in altri ambiti: “L’uso precoce di questi strumenti produce difficolta’ nelle loro funzioni esecutive all’ingresso a scuola. Aumentano i disturbi motori e visivi perche’ avere una visione sempre da vicino non favorisce gli accomodamenti visivi, oltre al problema del sonno alterato”.
Di Renzo ricorda che “questa corsa alla precocita’ non li aiuta a maturare dal punto di vista affettivo. Anche le attivita’ sembrano svolte piu’ per dimostrare che sono stati fatti i programmi adeguati, piuttosto che per aiutare i bambini ad evolversi. Mi sono trovata a sconsigliare a dei genitori di far partecipare la figlia alla recita in quanto la bambina era molto angosciata. Livelli di angoscia che creano poi un clima di mancanza di relazionalita’ tra i piu’ piccoli, che stanno molto male gia’ a due anni e mezzo. Se non troviamo un modo per stemperare la competitivita’, avremo sempre piu’ episodi di bullismo a partire dalla scuola dell’infanzia. Aver anticipato la scolarizzazione- ripete- ha tolto spazio e tempo ai bambini”.
La maturita’ scolare deve contemplare quella affettiva. “I bambini sono disarmonici e questa disarmonia e’ la fonte primaria della violenza che successivamente vediamo affiorare nei comportamenti dei ragazzi. Dobbiamo riflettere seriamente sull’eccesso di medicalizzazione che ha inondato il collettivo e che ha impedito alla scuola di avere la sua funzione pedagogica. Questo eccesso di precocizzazione e di diagnosi fa si’ che non si vedano i limiti che gli adulti – educatori, genitori e professionisti – hanno nei confronti del bambino, perche’ il danno viene sempre imputato al bambino. Non si guarda al bambino nella sua complessita’, gli si fa una foto, si cercano i sintomi e gli si da’ un’etichetta. In questo modo abbiamo tolto alla scuola la sua funzione pedagogica”.
La psicoterapeuta non dimentica, in conclusione del suo intervento, i genitori e i pediatri: “Dobbiamo lavorare con loro, rappresentano la prevenzione secondaria in questo momento”.
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